I nonni di paese
19 Ago 2016
Rosanna Liburdi

I nonni di paese

Breve viaggio attraverso terre e gente di una volta.

In vacanza si sa, abbiamo più tempo e spazio per osservare la vita che ci respira intorno.
Quest'anno sto girando lungo coste familiari a tratti, che mi conducono a toccare terre lontane dove ogni cosa sembra ferma da anni. Istantanee retrò in cui si respira la storia, anche la nostra.
Incontro gente del luogo che non teme lo scorrere del tempo e che ancora oggi pensa che la saggezza sia prerogativa della vecchiaia e per la quale c'è da andarne fieri.
Meraviglie di ricordi si affacciano alla mia mente facendo capolino in punta di piedi. I miei sensi stanno risvegliandosi su odori, suoni, immagini antiche che erano un po' sopite. Questo sta accadendo grazie alla gente invecchiata che ha tanto da insegnare e trasmetterci.
Sufficiente il lasciarsi guidare nel silenzio di questi posti sospesi tra terra, cielo e mare, da curioso ascolto e scoprire la vita nascosta nelle pieghe delle parole narrate.

▬▬ Rosanna Liburdi ▬▬

I nonni dei paesi sono diversi da quelli di città.
Loro siedono sulle panchine della piazza principale, del luogo ove sono cresciuti, per rubare un po' di fresco e guardare i forestieri che arrivano con le macchine veloci.
Uno, tra gli stranieri giunti sin qui, è figlio di questo o di quello. Appartiene a una famiglia del posto di sicuro.

I nonni dei paesi indossano i cappelli e hanno il bastone perché camminano, non guidano.
Scarpe larghe le loro, fatte tempo fa a mano, di pelle nera, usurate dagli anni che sembrano rugose queste calzature, come le mani che hanno forti e con le vene gonfie ma non tremano delle malattie di città; esse sono ferme e testimoni di vite vissute nei campi a lavorare la terra, a vedere crescere la vita tra le dita sapienti e in buona salute.
I denti, pure loro sono diversi: gialli e rimasti in pochi nelle bocche avvizzite. Loro non vogliono quelle cure moderne che ti fanno soffrire le pene dell'inferno.
Non temono il passaggio degli anni che lascia segni ovunque sul loro corpo.

I nonni dei paesi camminano a passo svelto eppure hanno tempi lenti, tranquilli. Non amano correre.
La sveglia, alla mattina, coincide col canto del gallo; essi sbrigano faccende di una volta e poi pranzano con i cibi semplici e gustosi di stagione; non conoscono centri commerciali.
Frequentano il forno antico, la frutta e la verdura si raccolgono all'orto che ci viene buona pure la marmellata per l'inverno oppure si acquistano, certo, dal cugino che ha la bottega e ha messo su affari d'oro con la zia che aiuta.
Tutto in famiglia è più facile e soprattutto più giusto.
« Davvero non ricordi? Come è possibile? Qui è rimasto tutto tale e quale»
« Zia Michelina tiene sempre il bar che ci ha fatto affari d'oro con quell'esercizio. Era brava lei e bravi sono i figli. Vincenzo a scuola con te veniva».

È così che i nonni di paese trascorrono le ore della giornata: sanno tutto di tutti perché loro c'erano e ci sono; partecipano in silenzio o da lontano ma è come se fossero presenti nella vita dei parenti e conoscenti.
E raccontano così i fatti di tutto il paese; un pezzetto di storia ascoltata, un altro pezzettino guardata ed ecco che il taglia e cuci prende l'avvio per il ricamo del giorno.

Si può raccontare pure quello che si è visto al telegiornale che pure i fatti del governo sono importanti o tutte quelle storie incomprensibili che accadono in città. Stranezze bizzarre che rimangono lontane anni luce dalla possibile accettazione da parte loro.
Infatti, più si sbircia, si ascolta e se ne parla di cose accadute, più ci si ricorda che non è roba vicina alla gente di qua e quindi si può rimanere tranquilli. Succede lì e agli altri!

E le nonne?
Sono ancora attive quando raccolgono il bucato che hanno steso la sera. Il giorno non lo puoi fare perché il sole secca tutto e poi i panni sembrano assorbire l'odore della legna che brucia nei campi arsa per le erbacce.
Sono belle le nonne coi fazzoletti intorno al capo: non sono le bandane e neanche i foulard che queste ragazze moderne della televisione si avvolgono in testa. Perché poi? nessuno lo sa. Mica portano le fascine in testa loro!

Le nonne camminano dritte e fiere coi fianchi larghi e le mani svelte a impastare le farine per il pane o la pasta fatta in casa alla domenica oppure a fare l'uncinetto e ricamare corredi per le nipotine che un giorno prenderanno marito pure loro; si siedono a lavorare fuori dall'uscio di casa nei vicoli di pietra viva all'ombra delle grandi querce e in compagnia del vicinato.

Le nonne hanno i volti con le rughe e i capelli bianchi arrotolati in chignon raccolti e fermati dalle forcine d'osso.
Non se le tingono le chiome e perché dovrebbero? Sono nonne mica più signorine come erano una volta, tanti anni fa che neanche ne ricordano il numero esatto.
Neanche si truccano perché le nonne non amano le cose strambe che sembrano fermare il tempo e non ti fanno più capire chi sei che poi ti devi solo vergognare se appari come una donna stravagante o senza valori.
Una cosa la tengono: il sorriso se i forestieri le salutano e ci si fermano a parlare.

Gli occhi vispi e curiosi per indagare a che famiglia appartiene quel giovanotto venuto ieri mattina con la corriera. È vestito un po' trasandato con i jeans calati e troppo corti (stanno su le caviglie), rotti sulle ginocchia.
Ma quale mamma manda in giro così i figli?
Il giovanotto però è un tipo simpatico e ben educato. Si vede che il padre e' stato cresciuto qui.
I figli del medico condotto che partirono tutti per studiare all'università.
Buona famiglia quella là.
Brave persone tali e quali a quella dell'avvocato che però sono tutti morti per via dei brutti mali che in città ti pigliano e non ti lasciano andare più anche se sgrani rosari dalla mattina alla sera.
I nonni di paese rimangono rigidi e severi nei loro modi a volte burberi ma anche gentili e hanno lo sguardo buono che si poggia sugli occhi tuoi, accarezzandoti. Sono disponibili e accoglienti perché l'ospite è sacro.

I nonni di paese aspettano pazienti qualcuno o qualcosa che arriverà sebbene nessuno sappia cosa o chi. Forse semplicemente il tempo che trascorrendo silenzioso, lascia aperto il baule dei ricordi così da poterci ficcare dentro qualche altra cartolina o foto ingiallita virtuale. Finte si', perché quelle vere già sono custodite là dentro tra le lenzuola di lino ricamate a mano.
Voi altri avete tutti questi arnesi moderni rumorosi che non poggiate mai sul comò o la credenza, neanche a pranzo o a cena e che fabbricano di continuo pseudo ritratti di famiglia che tutti vedono e che i nonni non possono tenere tra le mani e incollare sul vecchio album che sa ancora di cuoio. Queste sono fotografie speciali che viaggiano in altro modo tra le case affinché tutti le possano vedere. Viaggiano nel cielo pare. Almeno così dicono.

I nonni di paese sono diversi da quelli di città.
Non devono stare al passo coi tempi perché il tempo lo riescono a controllare lasciandolo saggiamente andare per fatti suoi.
Qui sta il segreto: hanno vissuto e continuano a vivere la vita che gli è stata regalata senza sprechi, affanni, lustrini artefatti. Loro portano rispetto a ciò che è troppo grande e misterioso per cercare di capire.
Sono fatti così i nonni di paese da intere generazioni.

 

Rosanna Liburdi

articoli di Psicologia
pensieri
  • Il paziente è il miglior collega che abbiamo.    ▬ Wilfred Bion
  • La mente che si apre ad una nuova idea non ritorna mai alla dimensione precedente.    ▬ Albert Einstein
  • Non importa se stai procedendo lentamente; Ciò che importa è che tu non ti sia fermato.    ▬ Confucio
  • Mutare se stessi spesso significa rinascere più grandi di prima, crescere oltre se stessi.    ▬ Viktor E.Frankl
  • La mia mente ha una sua mente.    ▬ Allen Ginsberg
  • Solo uno sguardo "prosaico" e di strette vedute potrebbe considerarci due estranei.    ▬ D.Grossman
  • Una vita senza ricerche non è degna per l’uomo di essere vissuta.    ▬ Platone
  • Non dovrebbero forse questi dolori antichi diventare finalmente fecondi per noi?    ▬ Rainer M.Rilke
  • Ogni preoccupazione sull’idea di cosa è giusto o sbagliato rivela uno sviluppo intellettuale incompiuto.     ▬ Oscar Wilde
pensieri