Perchè rivolgersi allo Psicoterapeuta?
Nel corso della propria vita, di fronte ad alcuni eventi, scelte importanti o di difficile soluzione, si può vivere un periodo di disagio, dove la persona si percepisce improvvisamente fragile, limitata, confusa. Possono insorgere sintomi fisici, più in generale, la persona non si sente più serena o, come era prima.
Lo stato di disagio e di stress psico-fisico condiziona negativamente la vita quotidiana e l'intervento di un professionista in ambito di relazione di aiuto, può, aiutare la persona a comprendere cosa sta accadendo.
Parlare di Psicologia Clinica vuol dire anche parlare di Health Psychology (Psicologia della salute) orientata innanzitutto alla promozione della salute, educativa e non solo di assistenza e cura. L’obiettivo è di predisporre le condizioni sia individuali, sia sociali per lo sviluppo del Ben-Essere e ridurre, quindi, la necessità di trattamento.
In generale, la persona può richiedere un colloquio previo appuntamento telefonico o inviando una email.
Seguiranno, in accordo con la dottoressa tre/quattro colloqui di conoscenza, con il duplice obiettivo:
- da un lato comprendere la richiesta di aiuto esplicitata dalla persona;
- d'altro presentare un'eventuale programmazione per un piano di: consulenza, supporto psicologico o psicoterapia, laddove si riconosceranno i presupposti utili per un tipo di trattamento piuttosto che un altro.
Quella relazione è reale, permeata di emozioni e vissuti, è simmetrica in quanto “incontro fra due esseri umani”.
A tale proposito sarà importante per l'utente utilizzare quello spazio e quel tempo per, sentirsi accolto, in sintonia con il professionista che lo ascolta. In altre parole, la dottoressa può analizzare la domanda di aiuto e orientare la persona verso un tipo di trattamento specifico e l'utente sceglierà comunque se affidarsi a quel professionista. L'intervento professionale è asimmetrico, la relazione che si crea è paritetica.
La Psicoterapia è un'arte.
Le psicoterapie psicoanalitiche (l’approccio teorico di consulenza clinica), inclusa la psicoanalisi, rappresentano delle possibilità di aiuto alle persone motivate che, in parte consapevoli, fanno richiesta a se stessi e al terapeuta di un “cambiamento”.
Tale genere di approcci teorici-pratici di radice psicodinamica ha come tema predominante l’onestà con noi stessi. Questo più lo saremo, tanto più riusciremo, probabilmente a vivere una vita soddisfacente.
Sappiamo bene che l’onestà cui ci riferiamo, ossia le proprie motivazioni, non è qualcosa così semplice da raggiungere.
In tal senso, la psicoterapia dovrebbe promuovere nella persona, sempre più la capacità di riconoscere ciò che non è conscio, dunque con ciò che è difficile, doloroso, penoso angosciante in se stessi.
Due autori Blagys e Hilsenroth (2000) identificarono sette fattori che sono tipici di trattamenti psicoterapeutici psicoanalitici.
Vediamoli punto per punto considerando che Consulenza clinica concorda per grandi linee con tali caratteristiche.
- un focus sugli affetti e sulle espressioni delle emozioni;
- l’esplorazione della tendenza dei pazienti ad evitare alcuni argomenti oppure a comportarsi in modo da ostacolare il progresso terapeutico;
- l’identificazione, nel paziente, di schemi ripetitivi in azioni, pensieri, sentimenti, esperienze e relazioni che sono stati “appresi” nelle prime relazioni di attaccamento con le figure genitoriali all’interno della famiglia;
- l’enfasi sulle esperienze del passato (il lì-ed-allora) da riportare nella relazione con il terapeuta nella stanza di analisi (nel qui-ed-ora);
- un focus sulle esperienze interpersonali;
- un’attenzione alla relazione terapeutica che si viene a creare fra paziente e psicoterapeuta (transfert e contro-transfert);
- l’esplorazione di desideri, sogni e fantasie;
colloqui di coppia
Il sostegno psicologico alla coppia è un intervento finalizzato ad aiutare i coniugi/conviventi che vivono momenti difficili da gestire e che possono portare a vivere una situazione di crisi.
Le chiusure emotive e comunicative alle quali la coppia vorrebbe far fronte sono di varia natura e intensità e dipendenti dal periodo del cosiddetto ciclo vitale della famiglia:-
matrimonio e/o neo convivenza, nascita del primo figlio, coppia senza figli, educazione dei figli, crescita e distacco dai figli, perdita del lavoro di uno dei partner, trasferimento e/o trasloco obbligato, pensionamento, lutto,ecc.
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matrimonio e/o neo convivenza, nascita del primo figlio, coppia senza figli, educazione dei figli, crescita e distacco dai figli, perdita del lavoro di uno dei partner, trasferimento e/o trasloco obbligato, pensionamento, lutto,ecc.
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Cos'è
La psico-oncologia o psicologia oncologica è la disciplina che si occupa degli aspetti psicologici connessi alla patologia neoplastica.
Più specificatamente la psico-oncologia si pone in funzione di tutte quelle problematiche emotive-affettive, psichiche e cognitive, che coinvolgono le persone affette da tumore.In altri termini, l’oggetto di studio della psicologia oncologica è quello di ricercare, approfondire e stimolare una alleanza terapeutica tra il paziente affetto da malattia oncologica e le figure mediche che lo seguono durante l’iter della patologia.
E’ altresì quello di condividere un linguaggio comune fra le diverse discipline professionali solitamente implicate dal momento in cui viene effettuata una diagnosi di tumore, queste sono identificabili con, la medicina oncologica, la psicologia e la sociologia:
- la psicologia si occupa degli aspetti più soggettivi che un paziente vive riguardo ai sintomi correlati alla malattia e la sofferenza;
- l’oncologia interviene invece sugli aspetti strettamente biomedici, mentre
- la sociologia si interessa alla rete di assistenza e di cura, nonché al contesto sociale in cui il malato affronta e gestisce la propria patologia. A chi si rivolge
A tutti coloro i quali, direttamente o indirettamente, abbiano conosciuto la malattia oncologica e che sono assillati da domande quali: «Perchè proprio a me?», «Qual'è la causa scatenante la mia malattia?», «Cosa ho sbagliato? O fatto di male?»Ricevere una diagnosi di tumore proietta la persona e i suoi cari all’interno di un tunnel lungo e difficile da percorrere, spesso buio e affollato di professionisti, luoghi di cura che agiscono a fin di bene sul tumore ma dimenticando, spesso, la persona soggetto “passivo” di quelle stesse cure.
L’impatto emotivo è angoscioso. Si sente la paura e il disorientamento per ciò che si deve fare. I piani terapeutici sono anch’essi difficili da seguire sia perché le strutture specialistiche sono sconosciute e lontane da raggiungere, sia per le lungaggini burocratiche, sia per gli effetti collaterali clinici delle medicine che si assumono.
I bisogni dei pazienti e delle loro famiglie sono quelli di ricevere risposte certe, chiare che offrano loro rassicurazione e contenimento per avere la sensazione di poter controllare l’incontrollabile: il tumore.Inoltre, a livello inconscio si vive l’ambivalenza di due fantasie prevalenti: il non farcela, il senso d’impotenza perdendo la speranza e, di conseguenza, una buona aderenza alle prescrizioni mediche; e l’illusione che la rabbia aiuti a sconfiggere il nemico, la “cosa cattiva” che si è impadronita del mio corpo.
Sentirsi accompagnati e non soli lungo questo viaggio aiuta a considerare il trauma dell’evento che si sta vivendo e di affrontarlo insieme alla sofferenza psicologica che ne consegue.
Nella società di oggi si assiste a profondi cambiamenti della struttura della famiglia e delle dinamiche di relazione che in essa fanno parte. Esseri genitori è ormai diventata una scelta in cui una coppia investe molto in termini affettivi.
La scelta può includere una programmazione naturale così come medicalizzata così come adottiva.
Inoltre, il ruolo del padre è diverso, sempre più presente nell’occupazione quotidiana dei figli: davanti le scuole all’entrata e all’uscita; alle feste di compleanno. Così come il ruolo della mamma, sempre più attivo socialmente in ambito lavorativo, diviene più assente all’interno del nucleo familiare e sostituito da altre figure di accudimento per la preparazione dei pasti, per l’assistenza ai compiti, a volte quando i figli stanno male o quando partecipano ad attività ludiche.
Le famiglie oggi sono anche allargate. Nelle classi della scuola dell’infanzia e le prime classi primarie è frequente vedere un solo genitore presente nella vita di un bambino o per la separazione dei genitori, o per un lutto precoce per es. dovuto a malattia oncologica, o per situazioni di immigrazione dove uno dei genitori si trova all’estero e l’altro genitore è in Italia con uno o più figli per lavorare. Possibile è vedere anche più genitori nel senso che coppie separate e divorziate nel frattempo hanno nuove compagne/compagni e si assiste quindi a “due mamme”, “due papà”, sorelle e fratelli naturali e/o acquisiti.
Tutti questi fattori socio – culturali presentano un quadro dell’essere o diventare genitori un processo di grande complessità e non sollevato da timori e conflitti.
Il termine parenting significa “cura e allevamento dei bambini da parte dei genitori”; nell’accezione psicologica parenting indica la funzione di cura da parte di un adulto che si prende cura di un bambino in maniera durevole, stabile e socialmente riconosciuta.
Occuparsi di genitorialità per consulenza clinica vuol dire occuparsi delle fantasie e della transizione dovuta all’essere genitori; alla qualità della relazione coniugale e genitoriale biologica e/o adottiva così come allo stato della mente e gli stili di attaccamento e competenze genitoriali.
terapeutici
L’analisi di gruppo si presenta come l’estensione al gruppo dell’analisi individuale determinata principalmente dall’obiettivo terapeutico in un setting – spazio analitico, dove è possibile il confronto e rispecchiamento con dinamiche relazionali tra più persone.
La terapia di gruppo, infatti, concepisce il gruppo stesso come riproducente i modelli del nucleo familiare di ciascun paziente e quindi il compito del terapeuta-conduttore è quello di cogliere la specificità del materiale clinico e delle problematiche portate da ogni partecipante e attivate all'interno del campo gruppale.
Questo tipo di analisi poggia sulla concezione del gruppo come totalità e non come semplice aggregato di individui.esperenziali
I gruppi esperenziali organizzati da Consulenza Clinica, riguardano temi specifici quali:- gruppi per l'elaborazione di lutti;
- gruppi di adolescenti con disturbi alimentari;
- "gruppi di parola" per i figli di genitori separati;
- gruppi terapeutici per i genitori di figli con problemi di salute sia fisica, che psicologica.
sostegno gestione lutto
Il gruppo di elaborazione del lutto, è aperto a tutte le persone che hanno subito una perdita e si sentono sole nell'affrontare il dolore e la sofferenza, determinate dal senso di vuoto che vivono.
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Gruppi di supervisione clinica rivolta ai professionisti che intendono approfondire gli aspetti psicodinamici, controtransferali e più specificatamente tecnici del loro operare clinico.
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Su richiesta Consulenza Clinica organizza corsi di:
- formazione per formatori;
- corsi di counselling;
- perfezionamento, per una comunicazione efficace;
- corsi di psicodiagnostica;
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